Uzbekistan tour: non c’è solo Samarcanda sulla via della seta
A cosa pensi quando dico “Uzbekistan”?
Un tour dell’Uzbekistan è spesso nella bucket list di chi ama le culture che affondano le loro radici nella storia e sono affascinati dall’idea di tuffarsi nel mito della via della seta. L’Uzbekistan è il paese che ospita tra i suoi confini la quasi mitologica Samarcanda, città il cui solo nome è in grado – come pochi – di risvegliare immagini piene di esotismo mediorientale, tessuti colorati e profumi di spezie.
Ma in Uzbekistan c’è molto di più che l’eco quasi sopito della via della seta (o forse sarebbe meglio chiamarle “vie della seta”, come suggerisce Frankopan)! Qui la storia è passata lasciando ben visibile la sua impronta: invasioni, terremoti, coltivazioni intensive e ideologie politche hanno dato forma ad un paese ricco di complessità e spunti di riflessione, non solo di monumenti mozzafiato.
E su tutto questo, te lo assicuriamo, la cosa che amerete di più di questo paese è l’accoglienza travolgente di un popolo che in questo esatto momento sta vivendo una rinascita economica senza precedenti. L’Uzbekistan è uno dei pochi paesi dove negli occhi degli abitanti c’è una concreta speranza che il futuro possa davvero essere migliore!
1. L’Uzbekistan è un paese sicuro?
Si, l’Uzbekistan è un paese sicuro per i viaggiatori. Ti dirò di più: gli uzbeki sono uno dei popoli più accoglienti che incontrerai nel mondo, vorranno invitarti a casa per pranzo e ospitarti. Nessuna delle persone che conosciamo ci ha mai parlato di furti e non abbiamo mai assistito ad atti di violenza (cosa successa diverse volte in altre regioni del mondo).
L’Uzbekistan è un paese in cui è davvero facile organizzare un viaggio fai da te: è possibile prenotare gli hotel su booking.com prima della partenza, ci si muove molto facilmente con i treni e non serve più il visto, come ti spieghiamo nella prossima sezione.
2. Serve un visto per visitare l’Uzbekistan?
Attualmente NO. I cittadini della Repubblica Italiana e dello stato di San Marino godono – insieme ai cittadini di una lunga lista di altre nazioni – di uno speciale regime secondo il quale non c’è bisogno di visto per una permanenza inferiore ai 30 giorni nel paese, come segnalato alla voce “VISA regulations for some countries” https://mfa.uz.
Serve qindi solamente avere un passaporto valido.
3. Valuta, cambio e bancomat: tutto quello che dovete sapere prima del vostro Uzbekistan tour
La moneta ufficiale del paese è il SOM Uzbeko (che troverete indicato come UZS). Per quanto riguarda il cambio, al momento in cui il post è stato scritto il cambio è stimato a 9.443,69 UZS per l’acquisto di 1€.
Si narrano storie leggendarie di quando – prima del 2017 – il taglio più alto era la banconota da 1000 UZS (0,50 €), il che rendeva abbastanza paradossale la situazione al momento del cambio di euro e dollari: cambiare 200 euro significava allontanarsi dall’ufficio di cambio con una borsa piena di banconote. Oggi non è più così. Dal 2017 è stata introdotto il taglio da 50.000 UZS (€ 5.50 circa) e si è svincolato il cambio fisso tra UZS e dollaro quindi non conviene più cambiare al mercato nero i propri dollari o euro, e basta affidarsi agli uffici di cambio ufficiali.
Ritirare al bancomat e pagare con le carte di credito presso hotel e ristoranti è ancora piuttosto complicato in questo paese, ma non impossibile. Se la durata del viaggio nel paese è di un paio di settimane, è consigliabile portare dall’Italia il contante in euro (o ancora meglio in dollari) sufficiente per la permanenza; ti toglierai il pensiero di dover ritirare sul posto, e comunque il cambio risulta sempre più conveniente che ritirare al bancomat con le commissioni imposte dalle banche uzbeke.
PRO TIP:
Uffici di cambio e bancomat che accettano carte internazionali si trovano normalmente nei Gran Hotel Internazionali delle principali città.
4. Mezzi di trasporto in Uzbekistan: qual è il modo migliore per muoversi?
Treni
Noi ci siamo mossi principalmente in treno in Uzbekistan. Abbiamo fatto le tratte Tashkent-Samarcanda, Samarcanda-Bishkek, Bishkek-Urgench (per raggiungere Khiva), abbiamo preso un treno notturno per tornare da Urgench a Tashkent e abbiamo raggiunto anche la Fergana Valley con un treno.
Te lo consigliamo! I treni diurni sono quasi tutti nuovissimi, in stile Frecce di Trenitalia, e sono un ottimo mezzo per muoversi in maniera economica, comoda e entrare per qualche ora in uno spaccato della vita quotidiana della popolazione locale. I treni notturni sono più “esotici” e meno nuovi, ma sono molto comodi perché permettono di risparmiare ore che potrebbero essere dedicate all’esplorazione e magari anche una notte in albergo!
L’acquisto dei biglietti può essere effettuato direttamente alla stazione dei treni. Le città più piccole hanno di norma una sola stazione, mentre la capitale Tashkent ne ha più di una (quindi è importante accertarsi da quale stazione partirà il proprio treno). Per acquistare i biglietti dei treni è necessario mostrare un proprio documento d’identità, nel nostro caso il passaporto.
PRO TIP:
Consigliamo di acquistare i biglietti dei treni con un giorno di anticipo dato che i posti potrebbero finire, ma anche perchè a noi è capitato di andare in stazione 30 minuti prima della partenza e vederci negata l’emissione del biglietto.
Taxi condivisi
Abbiamo utilizzato un taxi condiviso per la tratta Urgench-Khiva e viceversa. Questo è il mezzo più economico e flessibile per muoversi su tratti brevi, medi e lunghi in asia centrale. Come funziona? Si va nella zona della città in cui i taxi condivisi si ritrovano (spesso si trovano vicino a un mercato o a stazioni di bus e treni) e lì si cerca il primo taxi che parte, che spesso significa quello quasi già pieno. Per quanto riguarda il prezzo, è solitamente possibile contrattare, però informati prima (magari chiedendo al gestore del vostro ostello) su quanto può costare la tratta che devi fare. Facile no?
PRO TIP:
Contratta in maniera il più esaustiva e chiara possibile il prezzo che dovrai pagare, onde evitare discussioni al momento del pagamento che solitamente è all’arrivo.
Per esempio, se siete in due a viaggiare, chiarite subito se il prezzo è per uno o per due viaggiatori (sembra una cosa ovvia, ma non lo è). Lo stesso consiglio, è molto utile anche nel caso di affitto auto con conducente.
Affitto auto con conducente
In sostanza, è un taxi privato che però in Uzbekistan viene usato talvolta dai turisti anche per fare tratte molto lunghe. Ovviamente è una delle opzioni più costose (ma comunque ampiamente accessibile per un europeo). Questa è una soluzione che non ci è particolarmente gradita, dato che non è quella che sceglierebbe un locale, ma che talvolta è indispensabile per arrivare da A a B. In Uzbekistan abbiamo optato per un auto con conducente per la tratta Nukus – Moynaq e ritorno in modo da poter rientrare in città entro sera per prendere il treno, quindi per motivi di tempo. Anche in questo caso, è importante avere le idee chiare su quanto potrebbe costare questo servizio, e contrattare chiaramente prima della partenza per ottenere il prezzo corretto dal guidatore ed evitare incomprensioni.
Autostop
Non ci è mai capitato di fare autostop in Uzbekistan (come era invece successo in Tajikistan e Kyrgizstan) quindi non ti possiamo dare consigli in merito, ma possiamo dirti che in Asia Centrale è piuttosto comune fare autostop: talvolta è necessario lasciare un piccolo contributo economico al guidatore, talvolta in veste di “ospiti” graditi sull’auto che ha fornito il fortuito passaggio.
Bus di linea
Non abbiamo mai usato bus interni durante il nostro Uzbekistan tour fai da te, ma solo per arrivare da Chujand (in Tajikistan, anche traslitterata come Xuçand/Хуҷанд, Khujand, Chujand, Khudzhand o Chudžand) a Tashkent.
Affitto auto
Visti i costi esorbitanti di questa opzione, e la nostra ignoranza sull’argomento, sorvoliamo.
5. Tour Uzbekistan: cosa vedere e perchè
Normalmente, chi si reca in Uzbekistan è intenzionato a visitare le vestigia delle città sulla via della seta e per fare questo può essere sufficiente una settimana, massimo 10 giorni se lo si vuole fare con molta calma. Con qualche giorno in più è possibile raggiungere l’estremo occidente per visitare Nukus e l’area del Lago d’Aral e l’affascinante Fergana Valley. Come sempre, consigliamo di rimanere il più a lungo possibile in un paese per visitarne anche le zone meno turistiche e poterne capire meglio la cultura e la storia; anche un paio di giorni in più nella capitale possono aiutare a capire meglio il paese.
Qui sotto, ti indichiamo un’idea d’itinerario di diversa durata per il tuo futuribile Uzbekistan tour. I giorni indicati, sono per noi il minimo tempo indispensabile per approcciarsi alle città e alle aree, ma chiaramente più si rimane in un luogo, e maggiore è la comprensione che se ne può avere.
Uzbekistan tour in una settimana: itinerario di 7/10 giorni
L’arrivo del volo sarà con tutta probabilità nella capitale Tashkent, quindi il seguente è un ottimo inizio per un tour dell’uzbekistan fai da te:
- Tashkent (2 giorni)
- Samarcanda (2 giorni)
- Bukhara (2 giorni)
- Khiva (1 giorno)
- Tashkent
Cliccando sui link, troverai il nostro diario di viaggio in quella città. Una piccola fonte d’ispirazione e qualche spunto di riflessione che speriamo possano aiutarti a capire questi luoghi leggendari ma spesso incompresi.
Tashkent è la classica capitale post-sovietica che si è rifatta il look per dare l’idea di ordine e pulizia. Ai nostri occhi rappresenta la voglia di riscatto, modernità e benessere che alberga in tutti i popoli che hanno visto un passato tormentato e ne sono miracolosamente usciti – magari malconci – ma con una voglia matta di migliorare la propria situazione. Il brivido si prova visitando il Chorsu Market brulicante di vita, di profumi ma anche di ordine tipicamente sovietico (al suo interno).
Dietro ai palazzi tirati a lucido si scoprono le moschee, i casermoni socialisti e, a osservare bene, si trova anche qualche briciola della città vecchia ormai accerchiata dal nuovo che avanza inesorabilmente. Chissà per quanto quelle casette basse di adobe resisteranno sotto le spinte della speculazione edilizia e della voglia di benessere?
Samarcanda è il sogno di di tanti viaggiatori sensibili agli echi della storia antica. Samarcanda è la regina della via della seta, un luogo quasi mitologico il cui solo suono del nome accende il wanderlust. Ebbene, sappi che della Samarcanda storica rimane pochissimo perché questa è una città che sale, dove oggi tutto cambia e – a detta degli stessi cittadini – quello che vedi oggi, l’anno prossimo potrebbe non esserci più sostuito da edifici più nuovi, solidi e funzionali. Questo nulla toglie alla magnificenza del complesso del Registan e alla magia che regala la via dei mausolei Shah-i-Zinda.
Vicino a Samarcanda si trova Shakhrisabz la città che dette i natali a Tamerlano (o forse dovremo chiamarlo Amir Timur?), un personaggio storico arrivato persino nei libri di storia delle nostre scuole e per gli uzbeki post-sovietici, il padre della patria (anche se andrebbe aperta una lunga parentesi in merito a questo…).
Se vuoi davvero vedere come doveva apparire Samarcanda prima dei dardi del tempo e dei terremoti, devi arrivare a Bukhara. Qui il tessuto urbano della città mercato si è conservato meglio, e addirittura si trovano monumenti non ancora iper-restaurati: madrasse, mercati e caravanserragli che sanno restituire con maggiore autenticità quello che la via della seta doveva rappresentare, nonostante il forte afflusso di turisti. A nostro parere, qui si è lavorato meglio di Samarcanda e Khiva.
Ecco, Khiva dicevamo. Bellissima, quanto artefatta. Anche qui si attraversa una città (in questo caso murata) che conserva perfettamente il tessuto urbano storico. Khiva fu capitale dell’impero Corasmio e potrebbe essere la perla d’oriente, ma si è deciso di trasformarla in una piccola Disneyland a tema Aladdin, alla mercé dei turisti armati di selfie stick alla ricerca dello scatto perfetto sotto la bellissima torre maiolicata mozza. Una città palazzo che – secondo noi – meriterebbe meno souvenir e più guide preparate tra le sue viuzze.
Uzbekistana 360°: itinerario 15/20 giorni
Con qualche giorno in più, puoi aggiungere qualche tappa al tuo Uzbekistan tour, in zone meno frequentate dal turismo:
- Nukus (1 giorno)
- Moynaq – Lago d’Aral (da 1 a 3 giorni)
- Valle di Fergana (2/3 giorni)
Come queste tappe verranno inserite dall’itinerario dipende solo da te.
Per esempio, se starai entrando in Uzbekistan da Osh in Kyrgyzstan, dovrai necessariamente attraversare la Fergana Valley per arrivare a Tashkent. Dedicare qualche giorno alla Fergana è un’ottima idea per capire il paese e per scoprire questa zona molto diversa dal resto del paese. La Fergana Valley è una babele di confini, dialetti e lingue, con un passato tumultuoso di rivolte e repressioni, ma anche di grande cultura e creatività, come manifestano le numerose produzioni artigianali che vedono i natali qui (seta e ceramiche in primis). La Fergana Valley è collegata da una linea ferroviaria con la capitale: Margilan e Andijan sono solo due delle fermate principali sulla linea.
Nukus ospita uno dei musei più pazzeschi che io abbia mai visto. La città è raggiungibile solo in macchina da Urgench oppure in aereo dalla capitale o da Samarcanda. Da qui è possibile raggiungere Moynaq.
Chi fosse interessato ad approfondire quanto successo al Lago d’Aral può dedicare qualche giorno ad una spedizione (indispensabile essere accompagnati da guide locali fornite di fuori strada) in quello che prima era il fondo del lago e oggi è un deserto salato che sta letteralmente soffocando la vita nei dintorni. La produzione intensiva del cotone imposta dall’Unione Sovietica (e avvallata dalle élite politiche uzbeke dopo la caduta dell’Imperium) ha prevalso sulla conservazione ambientale provocando un’immane tragedia ecologica. Questo luogo ci mostra cosa delle decisioni dissennate possono provocare a luoghi e persone. Noi non abbiamo effettuato la spedizione per motivi di tempo e anche perchè non sarebbe rientrata nel nostro budget di viaggiatori a lungo termine. Abbiamo però deciso di raggiungere Moynaq, quella che era la più fiorente città portuale sul lato uzbeko del Lago d’Aral e oggi è solo l’ombra di se stessa: qui, in quello che era il porto, oggi stanno poggiate a mo’ di monito alcuni dei pescherecci – ormai arrugginiti – che una volta solcavano le acque del lago che non c’è più.
Il turismo è centrale nel piano di sviluppo economico di questo paese, è evidente dai proclami fatti dal presidente. Ma saprà questo paese rimanere fedele a se stesso anche con l’avvento del turismo di massa?
6. La storia dell’Uzbekistan, spiegata semplice
La storia dell’Uzbekistan è lunga, variegata e molto interessante. Ti consigliamo di prepararti con qualche libro ben scelto per godere al meglio il tuo Uzbekistan tour. Per noi è stato fondamentale!
La storia antica
La storia dell’Uzbekistan è lunga e ricca di colpi di scena! Per iniziare, alcuni studi hanno sottolineato che l’area su cui ora si estende l’Uzbekistan è stata una delle prime ad essere abitate dall’uomo. Queste zone iniziano a entrare negli annali della storia – perlomeno in quella narrata da fonti europee) con la conquista da parte di Alessandro Magno delle zone sotto influenza dell’impero persiano (avete presente Ciro il Grande e Dario III?) chiamate Sogdiana e della Battriana nel 327 s.C. Proprio in Sogdiana sorgeva già l’attuale Samarcanda dove Alessandro Magno instaurò a lungo il suo quartier generale, decidendo anche di sposare una principessa locale. Anche dopo la morte di Alessandro continuò a svilupparsi qui, in quella che venne chiamata la Transoxiana, una cultura di grande sincretismo greco-orientale raffinatissima sotto la dinastia Seleucide.
Fasti e conquiste sulla via della seta
A questo punto della storia, a cavallo dell’anno zero, entrano in campo i nomadi provenienti dall’area cinese, principalmente dall’attuale Xinjang. In seguito, nel nel 400 d.C. circa, anche gli Unni Bianchi e alla fine del 500 i Turchi invadono l’area. Proprio in questo periodo, questa zona diventa uno snodo fondamentale di quella che verrà chiamata “Via della Seta“, la via commerciale più importante del mondo allora conosciuto, che connetteva la Cina all’Europa attraverso l’Impero Ottomano. La Via della Seta perderà la sua centralità solo alla mettà del 1400 quando diversi fattori, inclusa la scoperta del Nuovo Mondo, portarono allo sconvolgimento degli equilibri mondiali e a cambiamenti radicali.
Il 700 vede l’avvento degli Arabi su queste terre, che riescono a imporre praticamente ovunque la religione islamica sullo zoroastrismo e il buddhismo pre-esistenti. Con la conquista di queste terre gli arabi apprendono innumerevoli innovazioni tecniche arrivate dalla Cina con le migrazioni precedenti come la produzione della carta, che fu strumento fondamentale nella diffusione dell’Islam. Samarcanda diventa il centro di produzione di questo materiale nel mondo mussulmano, e attraverso le conquiste arabe arriverà nel resto del mondo conosciuto. Alla fine di questo secolo la transoxiana entra a far parte del Califfato Abasside, uno dei più potenti e raffinati del tempo e la zona – che include fra le altre Khiva, Bukhara e Samarcandan – diventa il centro culturale dell’oriente, se non del mondo, di quei tempi. Un paio di esempi sono illuminanti: Avicenna, nome fondamentale per la medicina e la filosofia, nacque a Bukhara mentre Abū Jaʿfar Muḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī (grande matematico che pose le basi per l’algebra e invento l’algoritmo) nacque a Khiva in Corasmia, come dimostra il suo cognome.
Nel 1220 i Mongoli conquistano l’area dell’attuale Uzbekistan e circa 100 anni più tardi la provincia di Samarcanda da’ i natali ad uno dei più famosi condottieri della storia, Amir Timur (o Tamerlano) che era di discendenza Turco-Mongola. Durante la sua vita conquistò prima la Corasmia, poi l’Iran e la Mosopotamia arrivando quasi all’Egitto e fino a Delhi. Non stupisce che i politici odierni abbiano scelto proprio lui come padre putativo della patria. Dopo la sua morte regnò per qualche tempo la dinastia Timuride, sotto la quale l’area godette di una sorta di rinascimento. A partire dal 1500 la zona si assesta sotto il governo di tre Khanati: quello di Khiva, quello di Bukhara e quello di Kokand.
Arrivano i russi!
Nel 1800 si affacciano l’impero zarista russo su questo territorio ricco quando frazionato, sottomettendo al proprio potere le popolazioni una a una. L’asia centrale diventa perno del Grande Gioco che vede protagonisti l’impero zarista e quello coloniale inglese.
Con la rivoluzione d’Ottobre cade l’impero zarista, e in men che non si dica il Comunismo si impone su questi sconfinati territori.
Il 27 ottobre 1924 nasce l’Uzbekistan inteso come repubblica e nazione unica e distinta, la Repubblica socialista Sovietica (RSS) dell’Uzbekistan. In realtà l’area che comprende tutte le repubbliche dell’Asia Centrale veniva inizialmente definita come Turkistan, per via della lingua comune parlata in quasi tutta l’area; le repubbliche nacquero dividendo le zone secondo la regola del dividi et impera -in maniera da indebolire potenziali moti nazionalisti – grazie all’inserimento in ogni repubblica di territori abitati principalmente da gruppi di etnia diversa (es: i tajiki in Uzbekistan, i Kirghizi in Tajikistan). Durante la seconda guerra mondiale la RSS dell’Uzbekistan accoglie profughi e diventa la prigione all’aria aperta di migliaia di persone sospettate di collaborazionismo e sabotaggio. Il mix etnico di questa nazione diviene sempre più variegato.
Il governo sovietico equivale per queste terre ad una veloce modernizzazione che vede l’emancipazione delle donne, l’abbattimento dell’analfabetismo e della disoccupazione. Tra gli effetti meno positivi, la corsa sfrenata e consapevole verso la monocoltura del cotone che ha avuto come tragico effetto la desertificazione di quello che era il lago d’Aral.
Da Karimov ai giorni nostri
Con la caduta dell’Unione Sovietica, la figura fondamentale per il paese diventa il presidente Ismail Karimov che instaura un governo di fatto autoritario dalla fine degli anni ottanta sino al momento della sua morte nel 2016. L’Uzbekistan, come tutte le repubbliche ex-sovietiche soffre del distacco dal potere centralizzato ma razionale da Mosca, la disoccupazione aumenta così come la corruzione e il potere dei clan che il governo cerca di controllare con discutibili misure repressive. Negli anni 2000 si aggiunge anche il rischio di terrorismo di matrice islamica, in un paese che – seppur di religione mussulmana – ha un carattere fortemente laico. Il massacro di Andijan nella valle di Fergana – ancora oggi non del tutto chiarito – mette in luce tutte le criticità di un governo che non si è mai realmente aperto alla democrazia.
Nel 2016 Karimov muore, e al potere sale Shavkat Mirziyoyev che sembra ad voler aprire il paese al resto del mondo inziando da alcune misure di carattere economico e altre che facilitano il turismo nel paese, come l’e-visa nel 2018 e la possibilità di entrare nel paese senza visto per 30 giorni nel 2019.
Personalmente, viaggiando attraverso l’Uzbekistan nel 2018 abbiamo percepito un forte moto di ottimismo sopratutto tra i giovani e le classi medie, ma ancora tanta reticenza nel commentare in maniera negativa le scelte del governo precedente.
7. Il clima in Uzbekistan: quando andare e come vestirsi?
Noi abbiamo visitato l’Uzbekistan nel mese di settembre. Il clima era perfetto: ne’ troppo caldo, ne’ troppo freddo.
Il clima
Il paese ha un clima continentale, quindi può essere molto freddo d’inverno e molto caldo d’estate. A ovest è più arido, mentre nella parte orientale del paese risulta più piovoso. I mesi migliori per visitarlo sono settembre, ottobre, aprile e maggio. Luglio e agosto possono essere molto torridi mentre in inverno nevica. La zona più fredda è quella occidentale dove le vaste aree desertiche lasciano passare i venti siberiani.
L’abbigliamento
Il classico consiglio di vestirsi a strati, è validissimo anche per questo paese.
L’Uzbekistan è un paese mussulmano ma spiccatamente laico. Non è necessario tenere accorgimenti particolari anche se è sempre rispettoso della cultura locale vestirsi in maniera non troppo provocante.
PRO TIP:
Per le donne, è consigliato portare sempre in borsa una sciarpina che possa essere usata quando si accede alle moschee, dove coprire il capo è obbligatorio.
8. Cosa si mangia in Uzbekistan?
Se dovessimo scegliere un solo piatto che rappresenti il paese sarebbe decisamente il plov. Il plov è un piatto a base di riso, carne di montone, olio e verdure (tra cui immancabile è la dolce carota gialla da noi sconosciuta). Lo troverai dappertutto – ogni città vanta una leggera variante che va necessariamente assaggiata – ma l’esperienza mistica noi l’abbiamo avuta visitando il Plov Center a Tashkent (1 Guards Colonel Khodjaev Street); qui si preparano 1500 kg di plov al giorno, ed è il plov più buono che abbiamo assaggiato in Uzbekistan.
A questa pietanza, si affiancano tutti i piatti presenti trasversalmente su tutto il territorio dell’asia centrale: i manti, la shurpa, gli shashlik, i lagman, i samsa, il pane lepyoshka e l’immancabile tè che ti verrà offerto sempre e comunque a qualsiasi pasto.
Dove assaggiare tutti questi piatti durante il vostro tour dell’Uzbekistan? In generale, come in molti paesi si mangia bene e a buon prezzo nei mercati, quindi il nostro consiglio è di pranzare fuori nei mercati per provare tutti i piatti più tipici, proprio come lo farebbe un locale (e risparmiando). Anche il pane lo troverete in quantità nei mercati. Se dovessimo scegliere i nostri ristoranti preferiti probabilmente sarebbero i seguenti: a Tashkent il pasto più soddisfacente l’abbiamo fatto al Plov Center. A Bukhara ci siamo innamorati della giovane gestione e dei piatti del Mavgiri Restaurant scovato all’interno del cortile di un antico caravanserraglio. A Samarcanda torneremo certamente allo Standard per la cucina locale e russa e al Pivo-Bar Bochka per una birra, direttamente fuori dalla fabbrica. Clicca sui link per vedere la posizione dei diversi ristoranti su Google maps.
Inoltre, siamo colpevoli di esserci affezionati alla catena di caffetterie Bon! che si trova un po’ ovunque a Tashkent per il solo fatto che serviva i cappuccini più buoni bevuti in Asia. Ci rimarrà sempre il dubbio di come riescano a farli così autentici qui, mentre in Francia non c’è verso di bersi un buon caffè…
9. Quanto costa un viaggio in Uzbekistan?
18 giorni in Uzbekistan ci sono costati 722,67 € per la coppia. Dal nostro calcolo sono esclusi i voli, dato che siamo arrivati e usciti via terra da questo paese, ma puoi considerare che un volo a/r per l’Uzbekistan costa circa 400 €.
Per accuratezza, è giusto segnalare che durante il nostro uzbekistan tour per tre notti non abbiamo pagato il pernottamento (facendo couchsurfing) e per circa 4 notti abbiamo dormito in ostello in camerata, e non in camere private come siamo soliti fare.
10. Cosa portare a casa come souvenire dall’Uzbekistan tour?
L’Uzbekistan vanta un artigianato incredibile, dai tessuti multicolori chiamati atlas, alle ceramiche dai disegni geometrici passando per i ricami suzani per arrivare ai tappeti (attenzione, per questi serve un certificato apposito per portarli fuori dal paese).
Una bella idea è fare visita ai negozietti di modernariato e antiquariato che conservano pezzi di periodo sovietico e artigianato, ma praticamente tutto ciò che abbiamo citato può essere trovato sia nei centri delle città, che nei mercati locali.
10 + 1. Cosa leggere prima di un viaggio in Kirghizistan?
Abbiamo dedicato un post alle nostre letture e ai blog consigliati per l’organizzazione di un viaggio in questa zona. Clicca qui per leggerlo:
Grazie per aver letto tutto l’articolo. Speriamo di esserti stati utili! Se hai qualche dubbio, lasciaci pure un commento o scrivici una mail. Saremo felici di aiutarti a organizzare il tuo viaggio.
4 commenti
Grazie mille 😀 pensavo di andare in tour organizzato e invece gratlzie a questo articolo mi sa proprio che lo farò in fai da te che preferisco
Ciao Chiara, che bello sentirti dire queste parole! Secondo noi l’Uzbekistan è davvero un paese facile da approcciare e organizzare, e il fai da te permette anche di avere più relazioni con i locali e capire come funzionano le cose. Decisamente una modalità consigliata, e pratica se si ha un po’ di tempo per organizzare il tutto.
Ciao! Grazie per questo articolo, mi è stato molto utile 🙂 Visiterò l’Uzbekistan quest’estate, ad agosto. Ho 11 notti a disposizione. L’itinerario al momento comprende Khiva, Bukhara, Samarkanda e Tashkent, ma stavo valutando se fare anche un paio di giorni nella valle di Fergana. Me la consigliate? Ne vale la pena? Grazie mille
Ciao Chiara,
ottima scelta per il tuo viaggio! L’uzbekistan è sicuramente un paese molto interessante per la sua storia lunga e ricca. La valle di Fergana è molto diversa dal resto del paese, per etnie e natura, quindi potrebbe avere senso visitarla (è anche la culla dell’artigianato uzbeko) se ti va di capire a 360 gradi il paese. D’altra parte, potresti approfondire le città/aree che hai già deciso di visitare, e anche quella può essere una scelta saggia. Se fossi in te, arriverei a tashkent e mi dirigerei subito a Khiva (in aereo o con un treno notturno) e poi ripercorrerei al contrario fermandomi prima a Bukhara e poi a Samarcando. Se sarai a Tashkent con 4 giorni di anticipo sul volo di ritorno avrai tempo di passare un paio di giorni nella valle di fergana e un paio nella capitale.