Hampi, meraviglia UNESCO dell’India ma a che prezzo?
La vecchia capitale dell’impero Vijayanagara è uno di quegli angoli di mondo in cui convergono tutte le qualità che rendono un posto speciale. Le rovine della capitale dell’impero, patrimonio UNESCO, sono una raffinata meraviglia di templi e palazzi, una Pompei o una Persepolis indiana che si estende per chilometri e chilometri quadrati immersa in un paesaggio lunare fatto di costoni di roccia lisci e massi giganteschi poggiati l’uno sull’altro. Il fiume che scorre a nord del parco archeologico è una incredibile oasi verdeggiante e aldilà si trovano una campagna tropicale quieta fatta di terrazze di riso e palme e una serie di laghi rocciosi molto belli.
Abbiamo avuto la fortuna di capitare ad Hampi durante il periodo di vacanze locale e osservare il pellegrinaggio di centinaia di indiani da tutto il Karnataka, Andhra Pradesh, Bihar, Madhya Pradesh e Orissa e tante zone remote dell’India. Molte delle persone che abbiamo incontrato credo avessero visto ben pochi occidentali in vita loro (al momento è bassissima stagione per il turismo straniero e a casa loro i turisti non vanno), lo si capisce da quel misto di entusiasmo e imbarazzo con cui ti reclamano per un selfie.
Eppure non posso parlare di Hampi senza un briciolo di tristezza. Il turismo e l’ UNESCO sembrano non aver fatto nulla per questi posti, Hospet, il centro urbano più vicino ad Hampi, è una città caotica e senza senso, i villaggi nei pressi sono poveri e dimessi, l’Occidente si è costruito una propria enclave hippie a nord del fiume, meta di israeliani, spagnoli e altri europei e nordamericani, una Goa dell’entroterra dove però i bimbi locali cagano per strada e gli auto-rickshaw e le guide sono ossessivamente in cerca di soldi.
Ancora una volta vediamo un luogo violentato più che aiutato dal turismo. 🙄