Isfahan è definita in Iran “la metà del mondo” e un motivo c’è! La città è ricca di luoghi di interesse e di opere d’arte che è la meta preferita dagli sposini iraniani per la loro luna di miele e non può certamente mancare nell’itinerario del vostro primo viaggio in Iran.
Luoghi di interesse a Isfahan, Iran
Preparatevi psicologicamente, perché la lista di cose da vedere a Esfahan è lunga. Noi vi siamo rimasti due notti e tre giorni ma anche qui sarebbe stato bello rimanere almeno un paio di giorni in più per poter approfondire la nostra conoscenza con questa città che ha davvero molto da offrire dal punto di vista storico-artistico, e che anche dal punto di vista umano grazie alle persone che abbiamo incontrato qui.
Piazza dell’Imam (o Naqsh-e Jahan Square)
Questa è una delle piazze più grandi al mondo ma la sua bellezza è anche maggiore delle sue dimensioni e infatti il complesso è stato dichiarato sito Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. La piazza è stata costruita a partire dal 1598 dopo che la capitale è stata trasferita proprio a Isfahan. Questo è il cuore pulsante della città e vi si affacciano la Moschea dello Scià, la Moschea di Sheikh Lotfollah, l’Ālī Qāpū Palace e il bazar di Esfahan. Visitatela a diverse ore del giorno e scoprirete che la piazza cambia impercettibilmente, riflettendo la luce e mutando la sua pelle; un momento particolarmente magico è il calar della sera, quando la piazza si veste dei toni rosa del tramonto e le grandi fontane brillano per gli ultimi minuti prima che il sole si nasconda.
![Panoramica di Naqsh-e Jahan Square o Piazza dell'Imam a Isfahan](https://i0.wp.com/wearelocalnomads.com/wp-content/uploads/2017/10/DSCN0861.jpg?resize=900%2C86&ssl=1)
In questa piazza verrete avvicinati sicuramente da diversi negozianti che hanno i loro negozi sotto le arcate ai bordi della piazza. Non spaventatevi! Seguiteli, fatevi rapire per qualche minuto e chiacchierate con loro. Noi proprio qui abbiamo conosciuto un simpatico vecchietto che ci ha guidati a spasso per il bazar – facendoci scoprire qualche angolo nascosto e qualche posticino dove mangiare – e per tutta Isfahan, raccontandoci curiosità sulla città, la vita in Iran prima della rivoluzione e oggigiorno.
Dimenticavo: lo sapevate che la piazza ha questa forma perché è stata concepita per il preciso scopo di… giocare a polo, lo sport preferito dai sovrani del tempo!?!
Moschea dello Scià (o dell’Imam)
Iniziamo la nostra passeggiata intorno alla piazza dell’Imam.
La Moschea dello Scià, costruita nel 1629 durante la dinastia safavide su richiesta dello Shah Abbas, è l’architrave della grande piazza dell’Imam. Pensata per accogliere il pubblico, si trova al lato opposto rispetto al bazar su uno dei due lati corti della piazza ed è riconoscibile per la sua imponente cupola e i quattro minareti. Non solo è bellissima, grazie alla sua imponenza e le decorazione con le piastrelle a mosaico, ma è anche un ottimo esempio di ingegneria: al suo interno vi è un gioco di eco che permetteva all’Imam di essere sentito da ogni punto della moschea anche parlando sotto voce.
Davanti a questa moschea, il venerdì, vengono stesi tappeti per la preghiera (che viene trasmessa anche in diretta televisiva) dove i fedeli possono partecipare alle celebrazioni. Tutto si ferma, e sulla piazza e nelle vie circostanti si fermano lunghe file di bus che portano – appositamente per questo evento – frotte di fedeli dalle località vicine.
Moschea di Sheikh Lotfollah
Questa era la moschea privata della famiglia reale e per questo non ha ne’ i minareti ne’ il cortile centrale che caratterizzano solitamente qusti edifici religiosi. Invece, la rendo unica l’alto portale d’ingresso, la cupola dai colori tenui che esternamente cambia il suo colore a seconda della luce che riflette e il tortuoso corridoio che permette di accedere al luogo di culto coperto da un duomo mozzafiato; se dall’ingresso si guarda verso l’alto della sala principale un particolare effetto ottico causato dalla luce trasforma la cupola in bellissimo pavone.
Le decorazioni tolgono il fiato e non stupisce il fatto che ci siano voluti 20 anni per portarla a compimento!
Masjed-e Jāmé (Moschea del venerdì)
La Masjed-e-Jame – fra i beni protetti dall’UNESCO – è anche detta Moschea del Venerdì e la sua costruzione risale al XI secolo. Si tratta della più antica moschera della città e forse di tutto il paese: un edificio enorme (20 000 mq) che – a ridosso del Bazar – quasi si fonde con il tessuto urbano e presenta tutta la storia dell’architettura religiosa persiana stratificata alsuo interno. Il suo cuore è il cortile dove si affacciano i 4 Iwan (=strutture coperte), due dei quali sorreggono le enormi cupole che è impossibile non notare osservando la città dall’alto. Perdersi e scoprire gli spazi ombreggiati di questo luogo di preghiera è magico, quindi non vi vogliamo svelare troppo… ma vi diciamo senza mezzi termini: includetela assolutamente nel vostro itinerario!
Bazar di Isfahan (Bazar Bozorg)
Dalle volte e dalle cupole entrano lame di luce che rompono il silenzio, nell’aria mite passeggiano uomini e donne velate e galleggiano a mezz’aria gli odori delle spezie, delle carni e dei piatti cucinati nelle bettole dove gli umini mangiano soli e nei cafè frequentati da giovani studenti di tutti i sessi. A tratti sembra di essere tornati indietro nel tempo, come quando venimmo accolti all’interno di un mulino che una volta era a trazione animale e dove ancora oggi vengono macinate le spezie che poi sono vendute nel bazar.
La costruzione di questo labirinto di negozietti e strade coperte risale all’ XI secolo ed è uno dei più antichi bazar del medioriente. Si trova incastrato fra Naqsh-e Jahan Square e la Moschea del Venerdì, e passeggiare qui è un’esperienza da non perdere. Non preoccupatevi se anziani e giovani attaccheranno bottone e cercheranno di portarvi nei loro negozi, fa parte del “gioco”. Lasciatevi trascinare per la manica e scoprite le bellezze dell’artigianato locale e le storie di chi vi sta davanti!
Ālī Qāpū Palace
Impossibile non notarlo. E’ l’unico palazzo civile che si affaccia su Naqsh-e Jahan Square ed è stato costruito su richiesta dello Scià Abbas I alla fine del 1600. Il palazzo ha sei piani ma dalla piazza sembra che i piani siano due, il secondo dei quali è un terrazzo monumentale dove il tetto è sorretto da altissime colonne di legno e il soffitto è finemente decorato. Da qui si gode di una bellissima vista sulla città.
Al sesto piano si trovano le mi stanze preferite: le stanze della musica. Qui le pareti e i soffitti sono certosinamente decorati con degli stucchi che delineano nicchie a forma di anfore e strumenti a corda; le nicchie fungono da cassa di risonanza creando un’acustica eccezionalmente perfetta.
Chehel Sotoun
La traduzione letterale di Chehel Sotoun è “quaranta colonne”; questo palazzo finemente decorato e incastonato in un giardino persiano era un luogo di piacere e di rappresentanza per i reali. Fu costruito all’inizio del 1600 e ancora oggi colpisce per la sua opulenza: il porticato con le 20 colonne che si riflettono nella fontanta è un esemplare di architettura Achemenide di rara eleganza. La sala del trono è completamente affrescata con scene di carattere storico, di guerra e di banchetti e con miniature che rappresentano momenti di vita quotidiana. Vi consigliamo di visitarlo con una guida che sappia raccontarvi tutte le storie – divertenti o truculente che siano – raccontate nei colorati affreschi!
Il quartiere New Julfa
Gli armeni in Iran erano circa un milione, ma a partire dagli anni ’70 del novecento (dopo la rivoluzione islmaica) molti hanno scelto l’esilio. Si stima che nel paese vivano ancora circa 150.000 armeni, di cui almeno 10.000 residenti a New Julfa.
New Julfa è il quartiere Armeno – e quindi cristiano – di Isfahan e si trova sulla costa sud del fiume Zayandeh, sul lato opposto rispetto a Naqsh-e Jahan Square. Noi abbiamo passato proprio qui il nostro capodanno analcolico 2015/2016, ed è anche una delle zone preferite dai giovani della città e in effetti ospita alcuni tra i cafè più carini che abbiamo visto passeggiando nelle strade della città.
Gli armeni giunsero nell’antica persia all’inizio del 1600 per sfuggire alle persecuzioni alle quali l’impero ottomano li sottoponeva. Lo Scià era ben contento di poter contare sulla loro maestria nell’ambito del commercio e della produzione della seta che era una merce di scambio preziosissima in quel periodo. Gli armeni si stabilirono inizialmente a Nakhchivan ma la comunità fu costretta a trasferirsi a Isfahan perchè la città in cui si erno insediati era troppo vicina ai confini e quindi soggetta a invasioni da parte dell’impero Ottomani. Nacque così New Julfa, questo nuovo quartiere dove ancora oggi, sotto un governo islamico ultra-religioso, è loro permesso di parlare armeno e professare la loro fede sebbene sottostiano alle leggi iraniane sotto ogni altro aspetto.
Una curiosità: questa è l’unica comunità a cui è permesso produrre vino in maniera legale nel paese!
La Cattedrale di Vank (o del Santo Salvatore)
Se andrete a Isfahan il 6 gennaio potreste risucire a festeggiare proprio in questa cattedrale il Natale Armeno!
La Cattedrale armena di Vank è fra le 16 chiese di New Julfa quella più nota per la bellezza dei suoi affreschi a olio. Dall’esterno sembra una piccola moschea: in effetti la struttura è caratterizzata da un originale mix tra caratteri safavidi e cristiani. Una volta varcate le sue soglie il sincretismo di stili continua. Gli affreschi colorati diventano i protagonisti della scena, sotto le due cupole maestose decorate in oro, una dallo stile più persiano l’altra spiccatamente armena con i suoi angeli dalle ali incrociate. Incredibile ma vero, nell’affresco dedicato all’inferno vi sono addirittura dei nudi rappresentati!
Nello stesso complesso si trovano anche il ricco museo, la biblioteca e il monumento per ricordare il massacro degli armeni Armeni.
Se come noi sarete a Isfahan per Capodanno è proprio fuori da questa chiesa che troverete tutti coloro che stanno festeggiando il capodanno del calendario gregoriano. Infatti, il capodanno persiano (Nawruz, ovvero “nuovo giorno”) cade il 21 marzo, quando si festeggia l’arrivo della primavera e non in coincidenza con la data in cui si è abituati a festeggiarlo in quasi tutto il giorno.
Khaju bridge
Si dice sia il ponte più bello della provincia e le sue funzioni erano e sono molteplici: non solo ponte ma anche diga, luogo d’incontro e sala da the. Lo fece costruire il già citato Scià Abbas che si recava qui per godere del panorama che il ponte offriva. Ancora oggi è uno dei più amati fra gli undici ponti della città: gruppi di ragazzi si incontrano qui, a due passi da New Julfa, per chiacchierare e rilassarsi alla luce del giorno e fare passeggiate romantiche la sera.
Tomba del Professor Arthur Pope
Ci portò qui una guida speciale, un delizioso vecchietto che ci fermò nel bel mezzo della piazza principale di Isfahan e ci accompagnò per tutto il giorno alla scoperta degli angoli più curiosi della città.
Il mausoleo del professor Arthur Pope si trova a due passi dal Ponte Khaju. Arthur Pope è un cittadino americano, professore e amante dell’arte persiana, del quale fu il principale promotore nel suo periodo storico. Negli anni sessanta, innamorato dell’arte e della cultura persiana, si trasferì in Iran per insegnare presso la Palavhi University e rimase nel paese fino alla sua morte, e oltre dato che ancora riposa sulle sponde del fiume Zayandeh.
Si-o-Seh Pol bridge (o ponte dei 33 archi)
Il suo vero nome è Allah Verdi Kahn Bridge, ma lo chiamano tutti familiarmente Si -o-Seh Pol a causa del numero dei suoi archi. Come il ponte Khaju è anche una diga e una sala da the. Le foto non rendono affatto giustizia all’atmosfera che abbiamo respirato in questo luogo, quella notte, con le sue donne velate nella luce dorata che illumina le arcate del ponte seicentesco.
Altre cose da vedere a Isfahan
- Moschea Hakim
- Birds and Flowers Garden
- Le piccionaie
Cosa e dove mangiare
Cosa
- Zafferano: al bazar di Isfahan non dimenticate di fare incetta di spezie (tantissime e tutte buonissime), ma sopratutto di zafferano che in Iran ha un prezzo molto conveniente. I vostri risotti alla Milanese non saranno mai così buoni come con questo ingrediente!
- Sherbet all’acqua di rose e zafferano: rose e zafferano sono fra gli ingredienti più amati nella pasticceria iraniana e questa bevanda riesce a esaltarle entrambe con una delicatezza tale da stupirvi. Assaggiatelo al cafè Roozegar (trovate poco più sotto l’indirizzo)
- Abgoosht: è uno stufato buonissimo – cotto tradizionalmente in pentole di pietra – a base di agnello, ceci oltre a diverse spezie e lime che va accompagnato dal tipo pane piatto che si vede anche nella foto qui sotto. Lo abbiamo assaggiato in una bettolina che da fuori non prometteva nulla di buono, accompagnati dal nostro anziano quanto arzillo amico conosciuto giusto poche ore prima che proprio davanti a questo buonissimo piatto ci ha raccontato della sua vita da ingegnere, dell’Iran prima della rivoluzione, dei suoi nipoti che ora vivono intorno al mondo. Per questo, se il nostro viaggio in Iran dovesse avere un sapore, sarebbe quello dell’abgoosht!
Dove
Roozegar
Questo cafè dall’atmosfera piacevolmente boho è praticamente affacciato sulla piazza Naqsh-e Jahan (clicca sul link per vedere sulla mappa dove si trova) e offre succhi e bevande – assolutamente da provare lo Sherbet allo zafferano – ma anche un caffè quasi buono persino per un italiano, e dolci buoni da far strabuzzare gli occhi.
Shahrzad
Dici il suo nome ed è subito Mille e una Notte.! Abbiamo cenato in questo elegante ristorante (a questo link la mappa che segnala la posizione) per ricompensarci delle infinite ore passate a camminare in città e ne siamo usciti a dir poco sazi e felici. Pulito, ben decorato e evidentemente frequentato non solo dai turisti ma anche da coppie e gruppi di locals, non poteva non convincerci. Saremo addirittura voluti tornare perchè nel menù erano così tanti i piatti che desideravamo provare da non permetterci di provarli tutti. Saremo addirittura voluti tornare, tanti erano i piatti da provare!
Isfahan hotel: dove dormire
Noi abbiamo pernottato all’Atigh Traditional Hotel. L’hotel si trova negli spazi di una ricca casa restaurata per diventare un bellissimo hotel: è pulito, pieno di carattere e al mattino viene offerta una tradizionale colazione iraniana (che include anche verdura e formaggio). I responsabili sono stati gentilissimi e si sono presi cura anche dopo il check out dei nostri bagagli mentre noi facevamo sightseing in città. Molto consigliato.
Come arrivare a Isfahan
La città è dotata di un’aeroporto e ben collegata anche in treno con Teheran e Mashhad. Noi abbiamo raggiunto Isfahan dalla nostra tappa precedente (Yazd) con un comodissimo autobus e abbiamo proseguito il nostro viaggio per Teheran nello stesso modo. Utilizzare gli autobus notturni aiuta a ottimizzare i tempi, permettendo di raggiungere le proprie mete al mattino senza perdere preziose ore da dedicare al sightseeing.