[Day 121 e 122]: come Kazakistan è possibile che siamo ad Astana?
Si dice che il Kazakistan sia il paese più sano dell’Asia Centrale in questo momento. Sicuramente non sano di mente, considerando che la principale attrazione della capitale Astana (che si chiama in realtà Nur-Sultan/Нұр-Сұлтан, dal nome del penultimo presidente, dal marzo 2019) – per cui i kazaki sono disposti a sorbirsi venti minuti di coda – è il calco della mano di Nazarbaev (il presidente-imperatore che domina il paese da oltre oltre vent’anni) il cui tocco sembra portare fortuna. Astana – fondata nel 1997 – sembra il sogno da bimbo del presidente: il palazzo presidenziale con una cupoletta blu e la bandierina kazakha, un edificio gigante a forma di occhio che contiene la pagellina del piccolo Nazarbaev (ovviamente il più bravo di tutti), il ministero delle finanze a forma di dollaro, il teatro dell’opera che sembra il partenone, un centro commerciale a forma di tenda kazakha e cosi via.


Ma nonostante l’apparenza pacchiana, ad Astana è chiaro che si viva molto bene. La gente è rilassata e silenziosa, le strade sono larghe, le facilities sono quelle di un paese del nord europa, i mezzi pubblici sono spettacolari. È una smart city che tiene in alta considerazione i bimbi: il mall principale di Astana ad esempio ha due piani interi di sale giochi, montagne russe che ruotano attorno all’ edificio e attrazioni da luna park.
Non sarà un paese esattamente democratico (il presidente è in carica dal 1991) e ci sono diversi problemi da risolvere, ma dopo quello che ha vissuto in passato, soprattutto durante il periodo sovietico, possiamo dire che al primo impatto il Kazakhstan ci è sembrato in splendida forma.


