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Congo di David Van Reybrouck: recensioni di #Librinomadi

  • Fede
  • 31 Maggio 2019
  • 4 minute read
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Esordisco dicendo che Congo di David Van Reybrouck – il libro che vi presento oggi – è davvero un “librone”: parliamo di più di 600 pagine e conosco pienamente il timore che può  incutere un volume di questa taglia, ma vi posso assicurare che non troverete il tempo per annoiarvi.

La storia del Congo è un “argomento” che ho molto a cuore; nel 1997 ero in quinta elementare e all’esame di fine anno – come tesina – avevo portato la guerra civile in Zaire (a breve capirete perchè parlo di Zaire in una recensione dedicata a un libro sul Congo). Ricordo alla perfezione ancora oggi i nomi “africani” di città come Goma, Lubumbashi, Kisangani, Bukavu, Butembo e quando ho scoperto questo libro mi sono sentito in dovere di affrontarlo, mi è sembrata una cosa che avevo iniziato e dovevo portare avanti.

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Feltrinelli Editore
Feltrinelli Editore
1,0 rating
1/5
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inutile

L’autore di Congo: David Van Reybrouck

L’autore è un belga, David Van Reybrouck. Laureato in archeologia a Cambridge, ricercatore per l’Università di Lovanio e giornalista per il quotidiano belga di lingua fiamminga “De Morgen”.  Suo padre era un ingegnere ferroviario per la Compagnie du chemin de fer du bass-Congo au Katanga mentre la madre era un’insegnante di educazione artistica. Ha ricevuto diversi premi letterari ma ha ottenuto rinomanza internazionale solo nel 2012 con Congo.

Il libro: Congo di David Van Reybrouck

“Un brodo giallastro, ocra, ruggine. Ti trovi ancora a centinaia di miglia dalla costa, ma già lo sai: qui comincia la terra. Il fiume Congo si getta nell’Oceano Atlantico con una forza tale da cambiare il colore dell’acqua per centinaia di chilometri.”

David Van Reybrouck, Congo

Un incipit che allude già alla maestosità di questo paese grande otto volte l’Italia e che prende il nome dal fiume che lo attraversa nella totalità della sua superba natura equatoriale. Un fiume con dei numeri spaventosi: 4300 km di lunghezza, un bacino idrografico secondo solo al Rio delle Amazzoni, la foce che grazie alla sua conformazione permette di raggiungere alle acque in prossimità dell’Atlantico una profondità di quasi 200 metri e in alcuni punti raggiunge i 16 km di ampiezza e che è stato navigato per intero la prima volta a fine 800 dal più grande degli esploratori, Henry Stanley.

Una mappa del Congo che mostra il Congo di David Van Reybrouck
Una mappa realizzata da BBC che mostra la misura del Congo rispetto all’Europa

Una storia travagliata

Il racconto di Van Reybrouck si basa su testimonianze raccolte durante i suoi lunghi soggiorni nel paese africano. Emblematica è la prima testimonianza che vede protagonista Etienne “Papa”  Nkasi, un ultracentenario vecchio come la storia del suo paese. Dopo il primo colloquio con Nkasi  la narrazione procede seguendo una linea cronologica, partendo dalla prima colonizzazione Belga con la creazione del Libero stato del Congo che sulla carta altro non  era che una proprietà privata di Re Leopoldo.  Nel 1908 il Re belga rinuncia al controllo personale del Congo a favore dello stato Belga e nel 1960 il paese raggiunge l’indipendenza con Patrice Lumumba. Il governo dell’indipendenza durerà molto poco perché nel 1965 un giovane Mobutu Sese Seko prende il potere con un colpo di stato e avvia una procedura di “africanizzazione” del paese, si passa da Congo a Zaire e vengono sostituiti i nomi delle città con riferimenti coloniali. Nel 1997 Laurent-Desirè Kabila, alla guida delle forze ribelli costrinse alla fuga in Marocco il dittatore Mobutu e instaurò la Repubblica Democratica del Congo che esiste tuttora.

“La corruzione di Mobutu era cosi impressionante che una parola inglese caduta nel dimenticatoio tornò improvvisamente a essere di moda: kleptocracy…”

David Van Reybrouck, Congo

In poco più di un secolo quindi ci sono stati parecchi cambiamenti con conseguenze a dir poco disastrose, sanguinose guerre civili e “immonde porcate” commesse dai colonizzatori, una dittatura in equilibrio tra farsa e follia e la svendita finale delle ricchezze di questo paese alle potenze mondali.

Quando le risorse naturali sono una maledizione

Solo il tema delle ricchezze naturali meriterebbe un approfondimento, partendo dalla gomma che a fine 800 fece la fortuna dei Belgi arrivando fino al coltan che attualmente è utilizzato in tutti i dispositivi elettronici. La sola regione del Katanga è la massima produttrice mondiale di cobalto e radio, possiede inoltre grandi giacimenti di ferro, diamanti e carbone. Troviamo la medesima situazione anche nella regione a nord del Katanga, il Kivu, confinante con Ruanda e Uganda, laddove da decenni esiste una guerra civile supportata da trafficanti di minerali e snobbata dal resto del mondo.

Perché leggere Congo di David Van Reybrouck

Un romanzo/reportage scritto da un Belga che probabilmente aveva subito il fascino di questo paese dai racconti del padre. Una presa di posizione super partes che descrive alla perfezione la storia di un paese sfruttato, derubato, spremuto e – senza esagerare – dissanguato. Un paese quasi sempre passato  nell’indifferenza come purtroppo molti dei suoi vicini ma che può consegnare la propria storia a tutti grazie a questo magnifico racconto. Un racconto che consiglio a tutti, chi interessato specificamente alla storia di questo gigante dell’africa nera e ugualmente a chi vuole approfondire il tema del colonialismo europeo in Africa.

Buona lettura!


Come sempre, vi consigliamo di comprare i libri nella libreria indipendente più vicina a voi. Se siete di Milano abbiamo stilato una lista delle nostre librerie preferite che trovate a questo link.

Se siete di Verona, la libreria di riferimento dell’autore di questo articolo è Gulliver – Libri per viaggiare.

Fede

Se lo cercate, probabilmente lo trovate alla libreria di viaggi Gulliver di Verona. Non ci lavora, ma conosce l'offerta sugli scaffali come le proprie tasche. Da piccolo il suo passatempo preferito era copiare le bandiere e disegnare itinerari futuribili sugli atlanti. E' allergico ai navigatori satellitari quindi quando viaggia si orienta solo con gli stradari, il che è anche una buona scusa per chiedere informazioni ai locali, e farci amicizia. Si, Federico è un #localnomad duro e puro!

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