Come esordio per questo appuntamento con Patagonia Rebelde di Osvaldo Bayer vi propongo un quesito: dove nasce l’appellativo Patagonia?
Non arriva dal celebre brand di abbigliamento fondato dal francese Yvon Chouinard e nemmeno da qualche antica parola del sud del mondo. In realtà è un termine europeo che più europeo non si può. “Patagon” infatti è il nome di una creatura gigante presente nel “Racconto di cavaliere errante” dello spagnolo Francisco Vasquez. Questo nomignolo venne poi adottato dal grande navigatore portoghese Magellano quando nel suo celebre viaggio vide i primi abitanti di quelle regioni, a suo parere molto alti!
L’autore: Osvaldo Bayer
![Osvaldo Bayer](https://i0.wp.com/wearelocalnomads.com/wp-content/uploads/2020/11/Osvaldo_Bayer.jpg?resize=173%2C231&ssl=1)
Osvaldo Bayer (1927-2018) incarna, secondo me, lo “scrittore sud americano” socialmente impegnato e per questo perseguitato, antagonista dei regimi dittatoriali e di conseguenza esiliato. Di lui oltre a “Patagonia Rebelde” voglio segnalare “Severino di Giovanni”, biografia dell’anarchico italiano emigrato in Argentina e diventato qualche anno fa protagonista del romanzo “Severino e Amèrica” del bravissimo Tito Barbini (lettura che consiglio).
Il libro: Patagonia Rebelde
“Patagonia Rebelde” è una storia di gauchos, bandoleros, anarchici, latifondisti e militari nell’argentina degli anni venti.
In copertina compare questa frase e già sarebbe sufficiente per descrivere questo incredibile libro. Ci troviamo di fronte ad un libro perseguitato: negli anni settanta è stato censurato e le copie hanno fatto la stessa fine degli oppositori del regime, sparite nel nulla. Nel 1974 la versione cinematografica di Hector Olivera ha vinto l’Orso d’Argento a Berlino. Ora, lo troviamo nelle scuole argentine come materia di studio.
“Noi puttane lo ribadiamo. Gli sbirri non sono figli nostri!”
I protagonisti – come anticipato – non sono frutto di fantasia ma sono i diretti interessati dallo sciopero insurrezionale scoppiato nel 1921 nella zona di Rio Gallegos, sciopero che ha denunciato il funzionamento di un sistema corrotto sostenuto dal governo di Hipólito Yrigoyen. Tra i leader degli scioperanti troviamo, neanche a dirlo, anche un italiano: El Toscano. Sarà proprio lui a guidare il principale manipolo di “peones e chilotes” in rivolta, dando filo da torcere al crudele e determinato Colonnello Varela fino al tragico epilogo ma, quando per l’esercito sembra venuto il momento di festeggiare e godere della meritata ricompensa qualcosa sembra andare storto…
Assassini!»,«Schifosi!»,«Con gli assassini non andiamo a letto!»
La versione in lingua italiana (edita da Eleuthera) è ridotta rispetto a quella originale ma è comunque esaustiva e permette di capire a fondo la situazione politica e sociale, le idee libertarie e anarchiche dell’Argentina di inizio ‘900.
Per questa volta stacchiamoci dalla Patagonia di Bruce Chatwin, e più in generale dalla Patagonia dei paesaggi estremi, e puntiamo la nostra bussola sui “Patagonici”!
Buona lettura!
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