Aqrah (o Akre) in Kurdistan
Aqrah, appoggiata sulle montagne, vive un equilibrio fragile e commovente. Sembra una piccola Modica o una Scicli islamica con il minareto della vecchia moschea che svetta sulla marea di case ocra. Le piogge torrenziali hanno distrutto parte delle case storiche e lo sforzo per ricostruirle è enorme. Non c’è altra città che abbiamo visitato nel mondo dove l’ospitalità sia così forte, nemmeno in Tagikistan, in India o in Iran.
Ad Aqrah non ci sono hotel ma non ce n’è bisogno. Quando il 21 marzo arriva il Nowruz (il nuovo anno persiano) e Aqrah si illumina di candele e fuochi d’artificio, i turisti dall’Iraq arrivano a frotte ma i locali preferiscono ospitarli a casa loro.
Ognuno di loro ti regala qualcosa: un sorriso, un passaggio in macchina, un tè, una nuova parola in kurdo. Tutti quanti ad Aqrah siamo per un attimo a casa anche se abitiamo a migliaia di chilometri di distanza.
Le vite degli altri: Jasim e Rovia
Nel piccolo altare sul fianco dell’ampia sala per gli ospiti troneggiano i quadri del nonno di Jasim e del capo del suo clan. La società kurda è tuttora divisa in famiglie e il primo ministro della regione autonoma è il discendente del clan Barzani, da sempre il piu potente del lotto. I curdi sono il più grande gruppo etnico del mondo senza uno stato e probabilmente anche il più coriaceo: non sono arretrati di un millimetro di fronte alle scorribande persiane e ottomane. La loro lingua non ha nessun vocabolo arabo, la loro cultura non ha subito influenze esterne.
Ma Jasim è molto di più di un fiero nazionalista, è un ispiratore. Ha lavorato 5 anni in Malesia e gestisce una scuola d’inglese a Rovia, un polveroso villaggio sulla strada tra Erbil e Duhok. È una di quelle persone che riescono a connettere mondi diversi e a farli interagire. Le sue lezioni sono rigorose ma appassionate. L’inglese sta diventando sempre più importante in Kurdistan, l’arabo e il curdo non bastano più. Quando chiedi ai ragazzi il motivo per cui stanno studiando una lingua così lontana da loro, la risposta è univoca: “international language”. Ciò significa opportunità in Kurdistan ma anche all’estero dove gli immigrati curdi sono una valanga, soprattutto in Germania, Inghilterra, Olanda, Svezia e Stati Uniti.
Cliccando qui sotto trovate anche la nostra intervista per Rudaw ad Aqrah!