Vale un Potosí!
Potosí è un meraviglioso incantesimo triste. Ovunque visibile, la vetta del Cerro Rico, color cuoio e fango, ricorda secoli di fatica e prevaricazione.
“Era Rico, ora non c’è più nulla, gli spagnoli si son portati via tutto l’argento” ci disse una signora di Villazón.
Il Cerro Rico è uno dei più grandi simboli dell’occupazione spagnola in Sudamerica, dalle sue viscere sono stati estratti 70000 tonnellate di argento che hanno finanziato le casse dell’impero Spagnolo e della cristianità per secoli sacrificando la vita di milioni di indigeni e africani.
La città di Potosi, che poggia su una serie di alture alle falde della montagna a più di 4000m, è di una bellezza incredibile, forse una delle più belle che abbiamo avuto modo di vedere in questo nostro grande viaggio. Una ricca signora di montagna oggi decaduta ma che conserva il fascino dei vecchi tempi. Per dare credito alla grandezza di questa città è stato coniato perfino un detto: “vale un Potosi” come a dire “è di valore inestimabile”. Il folklore degli anziani vestiti di bombette e gonne colorate, il cielo mai così vicino, i mercati tinteggiati di blu cobalto, la vita che scorre al rallentatore e i meravigliosi scrigni e tesori coloniali, primo fra tutti lo splendore del convento di Santa Teresa: Potosi rimarrà un ricordo indimenticabile.