Quito, Ecuador
Quito é una città che non sono riuscito a capire fino in fondo. É indubbiamente bellissima, tra le più eleganti del continente e profuma di una certa malinconia senile come se stesse cantando una nostalgica canzone folk. D’altro canto però il suo cuore é distante, come se fosse volato oltreoceano e il suo battito meno esplosivo delle sue colleghe sudamericane.


É stata edificata su una serie di pacifiche vallate circondate da quebrade e vulcani.
Il centro storico – patrimonio UNESCO – che abbraccia la vallata tra il panecillo e la basílica del voto é un gioiello di valore inestimabile su cui spicca la chiesa della compagnia di Gesù. Più a nord la città mantiene una compattezza sorprendente per una città sudamericana che evidenzia il buon lavoro urbanistico fatto nel corso degli anni del boom petrolifero fino alla fine dei settanta: La mariscal é il quartiere della movida quitena zeppo di birrerie cool e cibi da after, Lapaz é il classico quartiere sudamericano da expat e arricchiti locali costruito su una spettacolare balconata che da sulla quebrada mentre attorno al parco la Carolina si concentra il distretto commerciale e finanziario.
I poveri invece si trovano a sud, ghettizzati all’ombra del panecillo con la Madonna che gli volge le spalle, una città nella città che, come in tutto il Sudamerica, è nata negli anni della povertà e dell’abusivismo selvaggio.
Iniziamo qui a scoprire l’Ecuador. E – in bene – non è come ce lo aspettavamo. Quito è probabilmente, fra quelle visitate, una delle due città dove potremo effettivamente vivere in Sud America…


