Khujand e Istaravshan
Khujand è una città del nord del Tajikistan nella quale vi dovrete probabilmente fermare per raggiungere l’Uzbekistan. Da qui partono i bus che raggiungono Tashkent, la capitale Uzbeka.
In realtà, Khujand per noi è stata una bella sorpresa. Si tratta di un vivace (per gli standard Tajiki) polo universitario che ha dei monumenti di pregio, un parco interessante, un mercato vivacissimo e si trova relativamente vicino ad una delle attrazioni più misconosciute del paese: i Seven Marguzor Lakes. Grazie a Couchsurfing l’abbiamo scoperta insieme a Farrukh, un brillante studente locale che ci ha portato anche nella vicina Istaravshan, la sua città natale, e ci ha permesso di infiltrarci ad un matrimonio del quale siamo diventati, nostro malgrado, le attrazioni del giorno.
Farrukh parla un inglese perfetto e di lavoro fa la guida turistica con una passione per le persone che accompagna che raramente ho visto. Non possiamo che consigliarvi di affidarvi a lui se avete bisogno di supporto nell’organizzazione del viaggio e di un accompagnatore che vi permetta di capire meglio la cultura del luogo e di scoprire qualche chicca che solo i locali conoscono, come la casa del the che vedrete in una delle foto più in basso. Potete contattarlo al suo numero di telefono utilizzando WhatsApp: +992 98 881 5301 .
Le vite degli altri: Farrukh a Khujand
Farrukh è un ragazzo di gran cuore che si divide tra l’università e i suoi mille lavori: guida turistica, speaker matrimoniale, receptionist in albergo e – non ultimo – couchsurfer quasi a tempo pieno. Ed è così che lo abbiamo conosciuto, grazie ad un viaggiatore come noi che ci ha consigliato di andarlo a trovare (e Farrukh si è subito prodigato domandandoci se volevamo anche dormire a casa sua).
Studia a Khujand ma è nato a Istaravsan e qui lo conoscono tutti. “Fra qualche anno ti faranno una statua” gli ha detto per scherzo qualche turista.
Ha 19 anni ma, come accade spesso in Tajikistan, ne dimostra di più: qui si matura prima, ci si sposa a 22 anni e spesso prima dei 30 si ha già una famiglia numerosa. Ha un inglese fantastico e il dono importante del saper parlare in pubblico e dell’avere gran classe.
A dicembre inizierà a mandare application per l’India, la Turchia o gli Stati Uniti. In questo paese i più talentuosi se ne vanno per cercare un futuro migliore in una versione esasperata di quello che sta succedendo da noi in Italia. In Tajikistan non c’è nulla se non la bellezza del popolo e delle montagne: mancano fabbriche, infrastrutture, motivi per poter rimanere.
Fra 10 anni se non cambierà qualcosa rischiamo di dover andare a vivere tutti in 3 o 4 paesi del mondo e non so come risolveremo questo problema che è uno dei più importanti e basilari dei nostri tempi: nessuno vuole più vivere nella propria nazione a parte le più blasonate.
Khujand è forse la prima vera città del Tajikistan che abbiamo avuto modo di vedere. Ci sono ponti illuminati, caffè aperti fino a tarda sera e gli universitari che gironzolano per le sue strade la rendono molto più attraente dell’asettica Dushanbe.
È il nostro penultimo giorno in Tajikistan, quello che viene prima dei fuochi d’artificio finali che vi racconteremo domani. 🤭
Di sicuro questo è il paese che ci ha dato di più in termini di umanità. I 18 giorni più folli ed entusiasmanti da quando siamo partiti a febbraio per questo lungo grande viaggio!
[Day 166] Ci siamo “imbucati” ad un matrimonio Tajiko 🤭🤭🤭
Alla fine ci siamo riusciti: è arrivato l’invito ad un matrimonio Tajiko. Farrukh era lo speaker della serata e noi siamo stati invitati in quanto suoi ospiti. Ci siamo piazzati nel tavolo dei suonatori, tra cui Marhabo Sattorova, cantante tajika.
Un matrimonio Tajiko si svolge in tre parti durante un’unica giornata e nello stesso ristorante: la prima parte è la grande festa maschile accolta da terrificanti suoni di lunghi corni tradizionali e indiavolata musica Tajika. Poi lo sposo e gli amici vanno a prendere la sposa, e vanno a fare delle foto (di solito al parco e presso i principali monumenti cittadini). Infine, la grande festa finale si svolge dal tardo pomeriggio in poi. Si balla, si mangia e si festeggia allo stesso modo di un matrimonio italiano tranne il fatto che si dedica più tempo alle danze e meno al cibo. Non ci sono alcoolici ma la gente si diverte lo stesso in maniera sfrenata. La sposa deve mantenere un atteggiamento umile e modesto, mentre l’uomo deve essere rispettoso e impettito, in pratica sono gli unici che non festeggiano nel delirio generale e ciò fa un po’ sorridere.
I matrimoni Tajiki costano più o meno come quelli italiani e, considerando che qui il costo della vita e gli stipendi sono un decimo di quelli dello stivale, è chiaro che la spesa è folle ed è uno sforzo che vale quasi una vita. La famiglia dello sposo deve sostenere tutte le spese della festa e del matrimonio, mentre la famiglia della sposa deve comprare tutto l’arredamento della camera da letto nuziale.
Abbiamo chiuso con una grande festa questo nostro capitolo Tajiko in cui speriamo di tornare presto.