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Karakul in Tajikistan: desolazione kirghisa e montagne mozzafiato

  • Urbo
  • 25 Ottobre 2018
  • 3 minute read
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Da Sary Tash a Murghab passando per Karakul in Tajikistan (prima e seconda parte)

[Day 150] Due giorni di ordinaria follia da Sary Tash (Kyrgyzstan) a Murghab (Tajikistan) – prima parte

Stiamo bevendo del the caldo nel casottino dove vivono i militari alla frontiera tajika, poco piu avanti di Kyzyl-Art a 4200m. Con noi ci sono quattro gentilissimi militari, qualcuno sdraiato sul proprio letto, qualcuno siede vicino a noi. Niente paura, non siamo stati arrestati. Il taxi che ci aveva tirato su a sary tash ci ha accompagnato fino al confine e ora dobbiamo trovare un mezzo con cui procedere oltre. Ma mezzi non ne passano, di solito varcano il confine una 20 di persone al giorno ma 15 di queste sono cicloturisti. “Mi sa che stanotte dovrete dormire con noi” scherza uno dei militari e l’idea non è poi cosi bislacca. Passa una macchina di turisti polacchi ma sfortunatamente il giorno d’ingresso nel paese dichiarato nel visa è domani e quindi devono tornare indietro. La frontiera di Kyzyl-art è una delle piu assurde che abbia mai visto: in mezzo a montagne mozzafiato ci sono due cisterne da trasporto benzina vuote adibite a stazioni di sorveglianza, un edificio mezzo distrutto e dei container. Una roba da videogame sci-fi.

In attesa del nostro autostop (poi abbiamo dovuto prendere un taxi per totale assenza di auto su questa strada) verso il confine Tajiko
In attesa del nostro autostop (poi abbiamo dovuto prendere un taxi per totale assenza di auto su questa strada) verso il confine Tajiko
Benvenuti nel GBAO - Gorno-badakhsan! Regione autonoma del Tajikistan che comprende il Pamir (e che richiede un permesso apposito per visitarlo)
Benvenuti nel GBAO – Gorno-badakhsan! Regione autonoma del Tajikistan che comprende il Pamir (e che richiede un permesso apposito per visitarlo)

Dopo due ore riusciamo ad ottenere un passaggio fino a Karakul da una jeep tajika che faceva da accompagnamento ad una spedizione tedesca di ciclisti e che ora, finito il tour, deve tornare indietro. Il tipo tajiko in macchina è molto simpatico e parla un ottimo inglese, si lamenta tutto il tempo di quei tedeschi, delle loro fissazioni e del loro modo di guardarti dall’alto verso il basso. “Gli italiani sono i migliori: sorridono sempre, poi li fai mangiare e sono subito contenti” Noi ce la ridiamo e concediamo una timida solidarietà. Il paesaggio è stupefacente, montagne che sembrano sciogliersi e ampi deserti bruni, una vastità che ti toglie il fiato. Arriviamo a Karakul sani e salvi ma manca ancora molto alla meta finale: Murghab.

Le prime montagne del Pamir, ancora in terra Kirghisa
Le prime montagne del Pamir, ancora in terra Kirghisa
La pausa-merenda a Karakul: pur essendo in Tajikistan il 90% degli abitanti di questa cittadina è Kirghiso e a scuola si impara questa lingua
La pausa-merenda a Karakul: pur essendo in Tajikistan il 90% degli abitanti di questa cittadina è Kirghiso e a scuola si impara questa lingua

[Day 151 e 152] Due giorni di ordinaria follia da Sary Tash (Kyrgyzstan) a Murghab (Tajikistan) – seconda parte

Zahir è la perfetta introduzione al tajikistan. Ha la mia stessa età ed ha questo spirito romantico old school e questa tenerezza di fondo che non gli si può non volere bene. Era la guida ciclista dei famigerati tedeschi e anche lui rilancia il carico dicendo che si è sentito offeso dalla loro arroganza. Oltretutto ora deve tornare in qualche modo a casa sua, a Khorog, 144 chilometri da Karakul, dove pernotteremo: decide quindi di unirsi a noi in un arduo tentativo di autostop. Zahir lavora anche come volontario in un centro per anziani e conosce bene la storia e cultura tajika: ci parla delle differenze tra musulmani ismaeliti e sunniti nel paese (i primi popolano il pamir, i secondi il tajikistan occidentale), del rischio di fondamentalismo islamico, della guerra civile tra il 92 e il 95 e il conseguente isolamento del Gorno-Badakshan, degli investimenti ed elargizioni dell’Aga khan in Pamir.

Bimbi kirghisi in uniforme scolastica ci fanno compagnia a Karakul mentre facciamo autostop. Questi scompensi tra popoli e nazionalità (ad esempio i kirghisi in Tajikistan) sono legati alle modalità con cui i sovietici avevano diviso i confini in queste zone. Molto spesso ridisegnavano appositamente le frontiere per la legge del divide et impera.
Bimbi kirghisi in uniforme scolastica ci fanno compagnia a Karakul mentre facciamo autostop. Questi scompensi tra popoli e nazionalità (ad esempio i kirghisi in Tajikistan) sono legati alle modalità con cui i sovietici avevano diviso i confini in queste zone. Molto spesso ridisegnavano appositamente le frontiere per la legge del divide et impera.
Il Pamir in tutta la sua vastità quasi giunti a Karakul
Il Pamir in tutta la sua vastità quasi giunti a Karakul

Siamo a cena con lui e Sasha, motociclista bielorusso ed è incredibile notare quanto lui e Zahir abbiano in comune: siamo in tajikistan eppure Zahir fa fatica a parlare con i locali perché parlano solo kirghiso ma con Sasha che si trova a 10000km di distanza è come se si fossero sempre conosciuti: potenza dell’imperium sovietico. Dal canto nostro invece, il commissario Cattani aka Michele Placido è la solita arma segreta per intenerire gli ex-sovietici di tutto il mondo.

L’autostop si prospetta impossibile: dalle 3 del pomeriggio fino alle 12 di mattina del giorno successivo passa una sola macchina ma è piena. A karakul non c’è corrente elettrica, non c’è acqua corrente e non c’è connessione telefonica. Zahir decide di abbandonarci e tenta di tornare a casa in bici, alle ha problemi di stomaco. Rimango io come un pirla ad attendere una macchina sul ciglio della strada mentre leggo “Imperium” di Kapuscinski nel mezzo del nulla: la depressione sovietica è quindi doppia.

Poi, in maniera inaspettata, verso le 12:30, compare una jeep verde scuro.

Ma questa è un’altra storia…

Il sale veniva usato anche per scopi alimentari durante l'embargo che ha colpito questa regione del Tajikistan durante la guerra civile negli anni 90
Il sale veniva usato anche per scopi alimentari durante l’embargo che ha colpito questa regione del Tajikistan durante la guerra civile negli anni 90
Il lago di Karakul nel Pamir
Il lago di Karakul nel Pamir

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Urbo

Vive da quando aveva 17 anni come un equilibrista instabile. E’ appassionato di diagrammi di Feynman. In viaggio è quello che sta dietro come un corvo, che prende appunti mentre la compagna si fa il mazzo per conoscere le persone e ottenere informazioni. Però detiene la sacra mappa e il suo generoso senso dell’orientamento gli permette di avere sempre tutto sotto controllo. Ma se comincia a vacillare lui… panico!

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