Calcutta, la Londra dell’India
[Day #87 to #91] City of Joy, Calcutta
Calcutta ci è da subito sembrata una città di combattenti e rivoluzionari. Non sono solo le mille bandiere comuniste che sventolano lungo i suoi quartieri: si respira un’aria fibrillante ed energica come se fosse sempre sul punto di esplodere. Un capitale talmente ribelle che nei primi anni del 900 dovette abdicare in favore di Delhi, probabilmente Londra non poteva permettersi che una citta cosi esuberante oscurasse la sua fama e così come l’aveva creata, l’ha quasi distrutta. La Calcutta di oggi però, passati i tempi bui dell’immediato post-colonialismo, è una vera sorpresa.
Come ha detto Alle qualche giorno fa: Calcutta sembra una Londra invecchiata di colpo. E io aggiungerei: quindi magari è più saggia o forse solo semplicemente più rincoglionita. 😂


È una di quelle metropoli che hanno il raro dono di essere interessanti sempre e dovunque, nella buona e nella cattiva sorte, nelle sue frange piu povere come in quelle borghesi o nobili.
Il delirio di colori del mercato dei fiori a Mullick Ghat, gli scultori di idoli nell’incredibile quartiere di Kumartuli, il dedalo di vicoli affollato attorno al Kalighat Kali temple, i colossali edifici istituzionali della downtown britannica, le vestigia di vecchi bagni inglesi utilizzati per i bagni rituali hindu, il fascino decadente del settecentesco cimitero inglese, il tramonto sul romantico Princep Ghat, i taxi ambassador classic dal sapore vintage, il marble palace e i suoi quartieri industriosi e variopinti, i ragazzini che giocano a cricket o carrom per strada.
E infine, la sua fantastica gastronomastica: kulfi, lassi, panipuri, egg roll.
5 giorni non sono abbastanza per questo caleidoscopio, ce ne andiamo malvolentieri, ma il sud ci chiama.
E… no, non abbiamo visto la tomba di madre Teresa di Calcutta perche aveva degli orari impossibili!



[Day#92 and #93 ] Si sopravvive anche a 30 h di treno…
30 ore di treno filate? Impossibile, non ce la faremo mai. Mi ricordo di aver pensato questa cosa un sacco di volte in questo viaggio. Prima Il mio limite medio era 5 ore: piu volte mi ero infilato nel tragicomico e folkoristico regionale Milano-Fano, una roba che non fa piu praticamente nessuno.
In Vietnam arrivammo a 9 e poi 12 ore, c’era la notte di mezzo e potevi almeno dormire sui loro comodi bus. In myanmar siamo arrivati a 15 ore su un mezzo scomodissimo, ma la prova venne superata.

La sleeper class del nostro treno da 30 ore tra Calcutta e Bangalore senza aria condizionata30 ore? Impossibile, è piu di un giornata intera, avremo un jet lag da far paura all’arrivo!
Poi salti su una carrozza sleeper senza aria condizionata direzione Bangalore (non avevamo abbastanza contanti per permettercene una con aria condizionata quando l’abbiamo comprato 😂) e bam! Il viaggio è finito (quasi) in un lampo, senti che la prossima volta potresti farne 50 di ore in un treno.
Credo sia questione di abitudine, ci si abitua a viaggiare lenti, la percezione di un viaggio di 2 ore è la stessa di un viaggio di 30 ore se si è abituati. È la mente che si dilata e non il tempo: ho visto gente su quel treno iniziare a chiacchierare dopo 7 ore ma è chiaro! È l’equivalente di mezzora in un viaggio di due ore. Io stesso non mi ricordo esattamente cosa ho fatto le prime 7 ore, credo di aver pensato qualcosa, guardato fuori dal finestrino e poco altro. Allo stesso modo penso che potremmo andare sempre piu veloci e non essere mai soddisfatti del tempo: in quel caso è la mente che si accorcia e non il tempo. Dalla sindrome di achille e tartaruga non se ne esce. Parola di Urbo Sai Baba.
Un ringraziamento particolare va ad Amid che ci ha tenuto compagnia per tutto il viaggio, una ragazzo davvero speciale. Un altro grazie va alle ferrovie indiane che ci ha ingozzato agggratis di cibo da mattina a sera. 😂
