Il confine tra Argentina e Bolivia: il sogno
Oltre la Puna e la Quebrada si trova il confine tra Bolivia e Argentina. La strada sale inesorabile dai 1800m di Cafayate ai 2500m di Tilcara fino ai 3400m di La Quiaca (e non è finita, saliremo ancora). Complice l’altitudine e una luce abbagliante ci sentiamo profondamente immersi in una specie di sogno, gli occhi semichiusi, il fiatone ad ogni passo, la stanchezza che avanza. Siamo più alti delle nuvole che formano una specie di cornice all’orizzonte e poi sprofondano dietro alla immensa pianura. Ci coglie uno strano momento meditativo, uno spleen sudamericano. La Quiaca – ultima città Argentina – è praticamente già Bolivia, il che significa sostanzialmente un altro pianeta. Ve ne parleremo presto.
Una delle cose che più mi rimarrà impressa dell’Argentina è questa bolla che si è creata attorno, una nazione povera vestita col frac. Una parte consistente della popolazione vive in una specie di sogno suggellato dalla frenetica vita culturale di Buenos Aires, il resto è poco più di un’ombra che risiede nelle villetas. Queste due anime dell’Argentina non si incontrano mai a meno che, come successo a noi, un sasso proveniente da una baraccopoli sfondi la porta del treno su cui stai viaggiando. Allora ti accorgi che esistono, gli altri.
La stessa cosa vale a nord tra gli indigeni e i turisti argentini provenienti dalle grandi città del centro, due stili e approcci al mondo completamente diversi e che si ignorano l’uno con l’altro uniti da una bandiera a tre strisce: la lingua, la musica e il calcio.
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