
Al confine tra Iraq e Turchia, nei pressi di Zakho, ci domandavamo cosa ci saremo dovuti aspettare dal nostro ingresso in Turchia.
A dire il vero, fino all’ultimo momento eravamo (ingiustamente) dubbiosi persino del fatto che i militari turchi ci avrebbero permesso di passare.
Temevamo che la nostra improbabile visita al Kurdistan Iracheno potesse in qualche modo insospettirli, e che potessero negarci l’ingresso nel paese. Ma così non fu, e dopo le 8 ore da manuale passate tra i due posti di blocco al confine tra Iraq e Turchia fecero finalmente passare noi e il bus su cui viaggiavamo insieme a un variegato gruppo di turchi, iraqeni e siriani in viaggio verso Sanliurfa. Era il momento di dimenticare i “sipas” (grazie in curdo) a cui ci eravamo abituati e affezionati, per passare ai teşekkürler (grazie in turco)… oppure no?
Le nostre tappe nel Kurdistan turco
La nostra prima tappa è stata la scenografica Mardin, una vera e propria terrazza sulla Mesopotamia, dalla quale abbiamo raggiunto Diyarbakyr. Quest’ultimo è il capoluogo di provincia della zona a maggioranza curda della Turchia; nel 2015 la città è stata purtroppo protagonista di quella che può essere definita a tutti gli effetti una guerra civile che ha coinvolto tutta l’area e che ha portato alla distruzione di Sur, una parte del centro storico. L’aereo per l’Italia ci aspettava a Gaziantep, una delle città che ha accolto più rifugiati siriani in tutto il paese, assorbendoli con relativo successo nel tessuto sociale della città.

Siamo rimasti in questa zona della Turchia appena una settimana, ma ci è bastato per rimanere a bocca aperta di fronte ai luoghi visitati, innamorarci della sua spigolosa bellezza e desiderare di tornare a visitare quei luoghi che non abbiamo avuto il tempo di raggiungere, come ad esempio Van e il suo lago.
Nei post che ti linkiamo qui sotto trovi il racconto del viaggio diviso per tappe:
Mardin la città-terrazza sulla Mesopotamia
Diyarbakyr aka. Amed una città sotto assedio
Gaziantep e Halfeti: di quì passa la storia (e anche il traffico aereo)
Un’esperienza stupefacente tra mosaici romani, pistacchi di Antep, moschee sommerse, chiese cristiano siriache e cultura curda.
Sicurezza in viaggio nel Kurdistan turco, il Paese che non esiste
Tuttavia, la bellezza di queste terre è una bellezza dolente.
I fattori attuali di rischio da ricordare in questo momento (dicembre 2019) sono due:
- Queste sono zone letteralmente a due passi dal confine con la Siria. O meglio, a due passi dal Rojava controllato dalle SDF di cui fa parte lo YPG, per il governo turco un ramo del PKK (per la cronaca sono le forze curde che hanno impedito all’ISIS di prendere possesso di quest’area della Siria). In quest’area che fronteggia Gaziantep oltre il confine di stato, il Governo Turco vuole creare la “safe-zone” in cui pianifica di re-insediare parte dei rifugiati siriani ospitati in Turchia, in quello che alcuni definiscono un evidente tentativo di ingegneria etnica volta a cambiare il profilo sociale di questi territori a maggioranza curda al confine con il paese.
- Nel 2015, dopo un periodo in cui i rapporti tra PKK e stato Turco si erano ammorbiditi grazie ai negoziati in corso, il paese ha visto la ripresa delle violenze (che ha portato tra le altre conseguenze alla distruzione di Sur, una parte del centro storico di Diyarbakyr). Anche la stessa Mardin, così spiccatamente turistica, è stata sottoposta per lungo tempo a coprifuoco. Tutt’oggi il governo combatte il PKK – in modo particolare nelle aree di montagna di questa regione – e di tanto in tanto sottopone a coprifuoco allo scopo di portare a compimento le azioni militari evitando di colpire civili. L’ultimo coprifuoco (che non ha toccato Mardin o Diyarbakyr) – per esempio – è stato a metà ottobre 2019. Informarsi prima di visitare quest’area è fondamentale.
Sopratutto visitando Diyarbakyr è percepibile in maniera fortissima la presenza militare dell’esercito Turco in città. La nostra sensazione è che qui si stia cercando di far sentire il più possibile il pugno di ferro dello Stato dopo il fallimento dei negoziati. Come? Attraverso i numerosi checkpoint e i mezzi militari sparsi per la città e nelle piazze più importanti ma anche sulle strade che portano alla città. Le poche parole scambiate con i locali ci hanno permesso di intuire il doloroso peso portato da questa città multiculturale e bellissima che cerca di rinascere dalle sue ceneri, la necessità di trasmettere la propria narrativa.
Sto dicendo che non dovresti andarci? No, non sto dicendo questo. Ti sto solo dicendo che la scelta di andare o meno a visitare questa zona deve essere consapevole e attenta ai potenziali rischi, oltre che alla sensibilità dei locali. Viaggiare in luoghi da poco toccati da guerra e conflitti è sempre almeno un po’ atto politico, che lo si voglia o no.
Come raggiungere il sud-est della Turchia
La Turchia può contare sia collegamenti aerei che via terra (una fitta rete di bus).
Pegasus offre voli low cost per molte destinazioni; lo abbiamo utilizzato sia per raggiungere Erbil dall’Italia che per tornare in Italia da Gaziantep con un volo con scalo a Istambul. Il motore di ricerca voli Skyscanner non sempre mostra i voli con scalo per Pegasus Airlines quindi ti consigliamo di provare a monitorare i voli direttamente sul sito della compagnia.
Ovviamente Pegasus non è la sola compagnia aerea disponibile e per questo Skyscanner rimane un utilissimo strumento per valutare tutte le varie opzioni.

Per quanto riguarda i bus, diffusissimi, un buon sito per controllare le linee disponibili è Checkmybus.com.
Raggiungere Dyiarbakyr da Mardin non è stato immediato: va cercata la fermata degli shared taxi nella città nuova. Diyarbakyr e Gaziantep sono invece connesse da autobus.
Valuta e bancomat in Turchia
Il cambio attuale è di 6,32 lire turche per ogni euro.
I bancomat sono molto diffusi in tutte le città ed è quindi molto semplice ritirare se si possiede una carta di credito. Come sempre, se la carta di credito fornita dalla tua banca ha tariffe poco convenienti fuori dal tuo paese, per risparmiare duranti i viaggi all’estero ti consigliamo di procurarti una travel credit card come Revolut. Noi la utilizziamo da più di due anni ormai e ci siamo sempre trovati bene; ci permette di ritirare almeno i primi 200 € al mese senza commissioni (e successivamente la commissione è del 2%), di pagare gratuitamente con i POS e spesso il cambio offerto è migliore di quello ufficiale.
Documenti d’ingresso per la Turchia
Come segnala il sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, se sei cittadino italiano puoi entrare in Turchia utilizzando diversi documenti.

Puoi entrare semplicemente con la carta di identità valida per l’espatrio, cartacea o elettronica con una validità residua di almeno 5 mesi se:
- entri in Turchia attraverso tutte le frontiere, per via aerea e marittima
- entri in Turchia, dal confine greco e bulgaro, per via ferroviaria e per via terra.
Ti serve invece il passaporto con una validità residua di almeno 5 mesi e una pagina libera se arrivi via terra dai confini del sud-est ed est della Turchia (frontiere con la Georgia, l’Azerbaigian – exclave del Nakhicevan, l’Iran, l’Iraq e la Siria. La frontiera con l’Armenia risulta, al momento, chiusa).
Non è necessario nessun visto per motivi turistici per un periodo massimo di 90 giorni nell’arco di 180 giorni.
Assicurazione sanitaria
Per questo viaggio abbiamo utilizzato IATI Seguros, in versione “standard”.
DISCLAIMER!
Il sito della Farnesina Viaggiare Sicuri sconsiglia i viaggi non strettamente necessari nella zona di cui si parla in questo post.
Il contenuto del post è basato sulla nostra esperienza personale, vissuta nei mesi di luglio e agosto 2019 e quindi aggiornata a quello specifico momento storico. Se stai pensando di organizzare un viaggio in questa zona è di fondamentale importanza che ti stia informando sui media internazionali o con contatti locali, e che tu valuti personalmente l’opportunità di visitare o meno la zona.
la consapevolezza in viaggio e’ molto importante!