Da nord a Sud, l’Argentina è sinonimo di spazi sconfinati e incredibili meraviglie naturali, il substrato perfetto per le dense e meditative melodie folk del sudamerica. Lo stato più europeo dell’emisfero australe è un mix languido di tradizioni del vecchio continente e una dirompente passionalità meridionale. Poi c’è Buenos Aires, un caleidoscopio dalle infinite immagini, la scintillante New York del sudamerica.
8 motivi per cui vale la pena visitare Buenos Aires in Argentina
1 presente!
Tutti i giovedì pomeriggio dal 30 aprile 1977 un corteo formato da attivisti circola attorno alla piramide di Maggio in Plaza De Mayo per ricordare le vittime desaparecidos della guerra sporca voluta dalla dittatura militare PRN. È l’associazione delle madri di plaza de mayo, le storiche 16 donne che hanno lottato per decenni per avere giustizia da una delle pagine più nere della storia moderna dell’argentina. L’ elenco delle vittime viene ripetuto come in un rosario e il corteo risponde: “presente!”.
Oltre al corteo, le associazioni discutono in piazza i temi di attualità più scottanti e le battaglie civili legate alle donne e alle popolazioni indigene.
A Buenos Aires l’impegno civile è un tema fondamentale e ogni angolo della città è pregno di fermento politico. Le librerie sono ricolme di libri sul peronismo, sul socialismo e sul quadro politico in argentina e nel mondo.
Per noi, presenziare quel rito così carico di significati, è stata veramente una esperienza da brividi.
ⓕⓞⓣⓞ: il corteo delle madri di Plaza de Mayo sullo sfondo della Casa Rosada, sede degli uffici del Presidente argentino
2 dulce
E come si fa ad andare a lavorare e a produrre in una città in cui per colazione hai alfajores, dulche de leche e un submarino (cioccolata amara sciolta in un bicchiere di latte bollente), per merenda un gelato come quello di Cadore e per aperitivo il Fernando (fernet con coca) o Moscato con pizza y faina?
Al netto della sua fondazione – devastante per i popoli nativi – l’Argentina sembra un paese dolcissimo e buono, talmente buono che ha sanità e università gratis per tutti (compresi gli stranieri, come ci hanno raccontato degli amici argentini) e una politica d’immigrazione sorprendentemente aperta, un paese che al primo posto mette cultura e istruzione. Poi però servono i soldi, e nonostante tutti questi servizi la popolazione si ritrova nuovamente sull’orlo di una crisi nera, come quella del 2001…
ⒻⓄⓉⓄ: Gelateria Cadore, Buenos Aires. La 16ma più buona al mondo – escludendo l’Italia dal ranking – secondo Dissapore). Aperta da immigranti italiani 60 anni fa, di certo non hanno dimenticato come si fa il gelato!
3 Futbol
Quest’anno la finale della Copa Libertadores (la champions league sudamericana) sarà per la prima volta nella storia il superclasico Boca Juniors contro River Plate, le due squadre più blasonate di Buenos Aires, un evento di rilevanza pazzesca per il paese che si svolgerà sabato 10 e 24 novembre.
A Buenos Aires si contano oltre 25 squadre di calcio che militano tra serie A e serie B, praticamente ogni quartiere ha la sua squadra, il suo stadio e centro sportivo. Le associazioni sportive sono dei veri e propri centri di aggregazione ognuno con una sua storia centenaria. Dentro si trovano osterie, campi da calcio, palestre, sale di ritrovo, sono al contempo parrocchie, centri sociali e centri culturali. Ad esempio al club eros si mangia al bodegon mentre si osserva alla finestra i ragazzini di fianco che giocano a pallavolo nel campo coperto.
Chi vincerà tra il meridionale proletario Boca e il settentrionale borghese River?
Ⓕⓞⓣⓞ: il campetto davanti alla villeta (aka. favela argentina) Villa31, il murales Club Eros, El Momumental del River Plate, la Bombonera del Boca e un dettaglio dell’interno del bodegon Ribera Sur
4 Libri
Nelle vetrine delle librerie Foucault e Hobsbawn, Nick Drake e Bukowski, la Bahaus e Roland Barthes invece di Fabio Volo e Massimo Gramellini. Nelle vetrine delle edicole Kant e Leibniz invece di Novella 2000. Ma da chi hanno preso questi figli dell’europa meridionale?
Tra le migliaia di librerie che si trovano ovunque a Buenos Aires la più scenografica è l’Ateneo Grand Splendid, un teatro classico trasformato in una delle librerie piu belle del mondo. Ma a me fa piacere pensare che la libreria piu bella si trovi a Parque San Patricios e si chiama la Lechuza de Patricios: un ragazzotto paffutone e barbuto tiene muri di libri usati alti 2 metri e lunghi 7 metri in uno stanzone neoclassico. Un mare di libri in cui non puoi far altro che affogare.
Ⓕⓞⓣⓞ: Gran Ateneo Splendid, la caotica La Lechuza de Patricios e altri esempi di folie libraria porteña.
5controversia
Sembra che una delle caratteristiche dei porteños (gli abitanti di Buenos Aires) sia quella di discutere appassionatamente su tutto e di dividersi in due schieramenti opposti, nessuno escluso: pro e contro Maradona, Evita Peron o Che Guevara. L’unico personaggio che mette tutti d’accordo si chiama José de San Martin, l’eroe nazionale che ha portato all’indipendenza dell’Argentina (nonché del Cile e della Bolivia, in pratica il Simon Bolivar del sud sudamerica).
Uno dei temi più “caldi” è da tanti anni quello della sovranità delle isole Malvinas (o Falklands) teatro di una guerra lampo nel 1982 al tempo della dittatura. Le isole sono inglesi ma l’argentina da sempre le reclama e sono molti i locali che ci tengono a sottolinearlo in maniera molto combattiva.
Dopo due mesi e mezzo in Asia centrale in cui i confini erano stati disegnati a tavolino e calati dall’alto da una entità esterna senza che nessuno fiatasse, in questo “nuovo mondo” ci pare di essere su un altro pianeta.
6 migrantes
Il tema dei migranti è da sempre uno dei temi piu sentiti dai porteños: sono centinaia i musei, le associazioni e i memoriali che ricordano un’ epoca difficile ma anche entusiasmante della storia dell’Argentina, quella che va piu o meno dal 1850 al 1930. Gli italiani pronti a mollare tutto per cercar fortuna in Argentina furono quasi 3 milioni, un terzo del totale, piu di ogni altro paese d’Europa e del mondo. Oggi si stima che siano 25 milioni gli argentini con origini italiane piu del 50% della popolazione.
L’immigrazione era un vero e proprio progetto statale per popolare un paese allora ricco di terre e risorse. Nel 1876 venne aperto l’ 𝐡𝐨𝐭𝐞𝐥 𝐝𝐞 𝐢𝐧𝐦𝐢𝐠𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞𝐬 oggi un meraviglioso museo, che aiutava le persone appena giunte dal mare. L’ Hotel, finanziato dallo stato, dava ospitalità ai migranti finché non trovavano un lavoro (solitamente ci volevano solo 5 giorni perché il migrante trovasse lavoro) e li aiutava nell’inserimento nel “nuovo mondo”, qualcosa di impensabile oggi.
Oggi la cultura di Buenos Aires è permeata in maniera indelebile e totale dalla cultura italo-ispanica, dalla musica all’arte, dallo sport alla scienza, dalla politica alla cucina.
Ma è parlando con le persone che si coglie la portata e l’intensità di un evento cosi importante: sono molti gli argentini che parlano italiano o che semplicemente amano ricordare le loro origini nel vecchio continente.
Ⓕⓞⓣⓞ: Hotel de Inmigrantes, Buenos Aires
7Folklore
Come in altre decine di luoghi a Buenos Aires, al teatro Verdi de la Boca, il mercoledì va in scena la #peña! Ci accompagnano i nostri amici argentini appassionati di ballo. La serata si chiama la llamadora ed è gestita dalla famiglia Scordamaglia, di origini calabresi (ci tengono a farlo notare). Empanadas e vino malbec e poi via di Chacarera ed Escondido a danzar fino alla mattina. Come se fosse una balera però 𝓮𝓱𝓲, 𝓬𝓲 𝓼𝓸𝓷𝓸 𝓹𝓾𝓻𝓮 𝓾𝓷 𝓼𝓪𝓬𝓬𝓸 𝓭𝓲 𝓰𝓲𝓸𝓿𝓪𝓷𝓲 𝓺𝓾𝓲!
Nella #milonga invece è tutto diverso, il pubblico è più vecchiotto e il ballo non è solo divertimento ma intensità e una ragione di vita. Tango e milonga bisogna saperle ballare e nelle milonghe più severe le regole di comportamento in pista sono svariate.
E pensare che il tango era nato nei ceti bassi della popolazione argentina ed era detestato dai nobili e borghesi del tempo. Divenne il ballo argentino per eccellenza solo dopo che venne accolto con entusiasmo dall’aristocrazia europea, soprattutto quella nordica.
Celeste adora il tango perche è sensuale, Agustin lo odia perche è noioso e preferisce il divertimento della Chacarera. In entrambi i casi per noi è stata una esperienza affascinante. Entrare oggi in una milonga – c’è ne sono tutti i giorni a Buenos Aires, turistiche e non – è come fare un salto nel tempo di 100 anni, in un’ epoca di profonde trasformazioni e grandi speranze.
ⒻⓄⓉⓄ: Tango e Chacarera, i due balli che per noi vorranno sempre dire Argentina
8 Luz
La prima cosa che ti ammalia quando scendi in strada, un incantesimo o un trip lisergico venuto bene. Quando c’è il sole a Buenos Aires è come essere in paradiso, la luce è chiara e trasforma tutto in uno spettacolo visivo abbacinante. Dai murales di Coghlan alla natura della riserva Costanera Sur e del giardino botanico, dai grattacieli di Retiro al folklore de La Boca. In primavera i portenos vivono la città all’aperto, sorseggiando mate nei parchi o mangiando nei patii e nelle vie dirimpetto ai ristoranti. Il weekend ogni quartiere ha la sua feria, mercatini di artigianato e di cibarie, senza contare le innumerevoli feste e manifestazioni che si svolgono tutti i giorni. Un’esplosione di vita!
ⒻⓄⓉⓄ: una passeggiata lunga 10 giorni tra i quartieri di Buenos Aires inondati dal sole